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Capodanno dell'Annunciazione: 25 Marzo

Antonella Mori • 25 marzo 2023

25 Marzo: Capodanno a Firenze fino al 1750.

Dal VII secolo la Chiesa festeggila nella data del 25 marzo l'annunciazione a Maria da parte dell'arcangelo Gabriele, dell'incarnazione del Verbo.


La data ha una sua giustificazione nel fatto che si colloca esattamente nove mesi prima del 25 dicembre, giorno in cui convenzionalmente si celebra il Natale di Gesù.


L'annunciazione anticamente era considerata dalla Chiesa come la madre delle feste, in quanto l'incaranazione del Verbo è l'inizio della sua Pasqua.


L'evento era così importante che nel Medioevo molte comunità cristiane adottavano un calendario nel cosidetto stile ab incarnatione, che faceva iniziare l'anno proprio il  25 di marzo; stile che fra l'altro riprendeva l'uso di molte civiltà antiche, per le quali l'anno iniziava con il rinascere della vegetazione all'inizio della primavera.


La riforma gregoriana del 1582 stabilitì definitivamente l'inizio dell'anno al 1° gennaio, ma la città di Firenze rimase fedele al vecchio stile fino al 1750.


Ancora oggi il 25 marzo è comunque una data importante e in molte località toscane si festeggia il Capodanno dell'Annunciazione con rievocazioni storiche, medievali o in costumi d'epoca.


In agricoltura il 25 marzo è sempre stata una data importante:

- per questa data bisogna aver finito di potare le viti, legare e sistemare i filari, altrimenti i germogli, divenuti gonfi e teneri possono rovinarsi durante i lavori;

- per il 25 marzo bisogna anche aver cominciato a potare gli olivi;

- il 25 marzo bisogna aver già fatto una buona parte del semenzaio per l'orto;

- entro il 25 marzo è bene aver sfecciato il vino, cioè averlo separato dai depositi della fermentazione, come si suol dire "averlo messo a pulito".


Insomma in passato, e ancora oggi, è una data di riferimento per tutti i maggiori lavori agricoli primaverili.

Come sempre nella "Cultura contadina", credenze, religioni, ricorrenze si intersecano con il paesaggio e la vita di tutti i giorni.


E come si dice qui a San Pierino coltivare significa saper mescolare le zolle alle nuvole e far tutt’una cosa del cielo e della terra.


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